White is the new Black! Tutti I segreti delle otturazioni bianche!

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Oggi voglio parlarti un po’ della differenza tra le otturazioni grigie e quelle bianche.

Ricordo che da piccolo quando andavo dal dentista mi chiedevo sempre se l’otturazione l’avrebbe fatta bianca o grigia.

Credevo che non ci fosse possibilità di scelta. Ero convinto che fosse il dentista a dover decidere e nel caso in cui avesse scelto di usare la pasta grigia fosse perché non si poteva mettere quella bianca.

Con il tempo i pazienti hanno cominciato a chiedere di fare le otturazioni bianche e ad oggi sono veramente pochi i dentisti che utilizzano ancora la cosiddetta “piombatura” e tantomeno i pazienti che la accetterebbero.

Visto che si tratta di un blog di informazione, diamo i nomi corretti a queste due tipologie di materiali.

 

L’otturazione grigia o piombatura è in realtà l’amalgama d’argento, mentre i materiali bianchi sono delle resine composite, detti in gergo compositi.

 

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Vediamo quali sono le differenze.

Ovviamente la prima differenza lapalissiana è il colore. L’amalgama è inevitabilmente grigia, mentre i compositi, che una volta non avevano una grande stabilità del colore nel tempo, ad oggi sono materiali che, se usati  correttamente, possono riprodurre la parte mancante di dente in maniera assolutamente invisibile.

 

 

Personalmente ritengo che questo sia un motivo sufficiente per abbandonare l’amalgama d’argento, motivo per cui io e Federico non l’abbiamo mai utilizzata in 14 anni di attività.

Un’altra differenza fondamentale è che l’amalgama non aderisce chimicamente al dente ma è soltanto incastrata nel dente e resta in sede solamente se il dente è preparato con dei sottosquadri, cioè con cavità che sono più larghe alla base e meno in superficie. Il materiale, in forma morbida quando viene applicato, si indurisce nel giro di una decina di minuti, potendo così rimanere in sede. Per poterlo lucidare a specchio è necessario attendere 24 ore, per cui richiede un secondo appuntamento di rifinitura.

Il compositi invece aderiscono al dente anche a livello chimico, con legami tra gli appositi adesivi e la sostanza minerale di cui sono fatti i denti. Inoltre le resine infiltrano le microstrutture del dente, creando una microritenzione che fornisce un appiglio in più alle ricostruzioni fatte con questo materiale. Infine, i compositi hanno un tempo di lavorazione molto più lungo perché è il dentista che decide quando farli passare dalla forma plastica a quella dura, illuminandoli con una luce led blu, processo che si chiama polimerizzazione.

Ecco dunque un altro grande vantaggio dei compositi: possono essere incollati al dente anche senza una forma ritentiva della cavità, per cui si può conservare molto più dente sano quando si rimuovono le carie, non essendo necessario scavare alla base per creare i sottosquadri di cui parlavamo prima.

Inoltre i materiali compositi hanno anche delle formulazioni fluide che permettono di riempire cavità molto piccole. In passato per togliere una piccola carietta dei solchi si rendeva necessario allargare in maniera esagerata la superficie del dente per poter riuscire ad applicare e modellare correttamente l’amalgama.

 

Questo è il secondo motivo per cui ad oggi la maggior parte dei dentisti preferisce i compositi all’amalgama.

Ma quindi le amalgame hanno solo svantaggi? Assolutamente no!

Il principale vantaggio delle amalgame era che effettivamente duravano e durano ancora oggi in media più dei compositi. Questo perché quando l’otturazione bianca perde il suo legame col dente sui contorni dell’otturazione, vuoi per i carichi di masticazione, vuoi per abrasione, vuoi per limiti tecnici del materiale, che quando viene indurito con la luce blu contrae un po’, l’infiltrazione progredisce molto più rapidamente.

Quando il sigillo sui margini delle otturazioni in composito diventa troppo impreciso e si infiltra, quindi, la ricostruzione va sostituita.

Le otturazioni in amalgama, invece, quando diventano imprecise sui margini, cominciano a deporre degli ossidi, come se si “arruginissero”, e questo fenomeno contrasta lo sviluppo e la progressione delle carie secondarie, che tendono a diventare “secche”.

Questi ossidi però anneriscono progressivamente il dente, che assume delle colorazioni orrende che poi non sono più correggibili, se non ricoprendo il dente con un materiale estetico, con ulteriore sacrificio di dente sano.

 

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Si potrebbe pensare che però se una otturazione grigia può durare 30-40 anni, lasso di tempo in cui le otturazioni bianche potrebbero anche aver richiesto una o più sostituzioni, questo vantaggio debba far propendere per l’utilizzo delle amalgame.

La realtà la quantità di dente sano risparmiabile per preparare una otturazione in composito è tale per cui anche dopo due sostituzioni la quantità di dente sano potrebbe essere ancora superiore a quella che si avrebbe dopo una singola otturazione grigia.

Inoltre, al fallimento di una otturazione in composito, il dente rimane del suo colore.

C’è poi un altro grande svantaggio delle otturazioni in amalgama. Si tratta di un materiale metallico molto duro che, per le caratteristiche delle cavità in cui viene inserito, tende a esercitare un “effetto cuneo” nel dente, creando forze che in seguito a migliaia di cicli di masticazione possono portare alla formazione di crepe nel dente, che a volte si estendono fino al nervo , rendendo necessaria una devitalizzazione, perché diventa impossibile masticare senza sentire scosse sul dente incrinato.

Altre volte queste crepe portano proprio alla frattura di una porzione del dente che, nel caso di un dente devitalizzato, possono portare addirittura alla necessità di estrarre il dente.

 

Abbiamo visto quindi che gli svantaggi delle otturazioni in amalgama sono molti di più dei vantaggi.

A dare il colpo di grazia alle amalgame c’è il loro famigerato contenuto di mercurio, che a volte sale alle luci della ribalta mediatica, creando nelle persone apprensioni eccessive. In alcuni articoli apparsi anche in televisione, si addossa alla presenza di mercurio la responsabilità di patologie e problemi di ogni tipo, dalla sclerosi multipla all’autismo. Ti tranquillizzo subito. Non c’è alcuna evidenza scientifica di queste cose, che creano solamente il panico nella popolazione.

Quando le amalgame sono in forma rigida in bocca si consumano ad un ritmo talmente blando che il mercurio rilasciato è meno di quello che mangiamo nel pesce per l’inquinamento dei mari.

È quando le amalgame vengono rimosse che, fresandole, si deve evitare di far ingerire o inalare al paziente la polvere di amalgama, per cui si deve usare obbligatoriamente la diga di gomma di cui abbiamo parlato in uno dei primi articoli del blog che puoi leggere cliccando qui.

Tra cavità più grandi, rischi di formazione di fratture, ingrigimento dei denti e mercurio dobbiamo quindi fare sostituire le otturazioni in amalgama?

Assolutamente no!

Se hai piacere di sostituirle per ragioni estetiche, se sono infiltrate o espongono il dente a rischi di frattura è giustificato rimuoverle (sempre con la diga!). Altrimenti possono tranquillamente stare dove sono, svolgendo alla grande il loro lavoro.

Si tratta di un materiale che ha funzionato benissimo per anni e che ancora ad oggi potrebbe funzionare, se non fosse che i limiti di cui abbiamo parlato lo rendono a mio parere assolutamente vetusto e inadeguato in uno studio dentistico moderno.

Spero di aver fatto un po’ di chiarezza sull’argomento.

Alla prossima!

Stefano Salzano

 

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